Palermo. Un incontro casuale o un vertice programmato con cura: alle ore 20 della prima domenica d'estate, mentre tutti sono distratti dalle partite della Coppa del Mondo che si gioca in Brasile, anche se non c'era in campo l'Italia? Un interrogativo che probabilmente sarà chiarito dagli eventi che seguirano la riunione che ieri sera ha visto protagonisti: il presidente della Regione, Rosario Crocetta, il capogruppo del Pd all'Ars, Baldo Gucciardi, e il presidente della direzione regionale del partito, Giuseppe Lupo. Assente, invece, benché la sua presenza fosse prevista, Davide Faraone, unico siciliano componente la segreteria nazionale e renziano di ferro. Tutti si riconoscono in quello che ormai viene chiamato il PdR, Partito democratico di Renzi. Il gruppo è stato raggiunto a Tusa dal senatore Beppe Lumia, dal presidente dell'assemblea regionale del Pd, Marco Zambuto, dalla vice segretaria regionale, Mila Spicola, e dagli assessori Giuseppe Bruno e Nelli Scilabra. Per la prima volta non c'era al fianco di Crocetta il deputato dell'ex Megafono, Antonio Malafarina.
Non c'era il segretario regionale, Fausto Raciti, né alcun rappresentante dell'area cuperliana. Non è difficile immaginare il motivo dell'esclusione di Raciti e dell'area politica che rappresenta. I cuperliani, come è noto, sono rimasti fuori dalla giunta dopo il rimpasto dei mesi scorsi e adesso insidiano Crocetta con la richiesta di un nuovo rimpasto di giunta.
Ufficialmente, secondo le poche indiscrezioni filtrate, si sarebbe parlato delle riforme che il governo regionale intende attuare, a cominciare da quella della Formazione professionale che dovrebbe «rivoluzionare» il sistema; del disegno di legge di variazioni di bilancio che inizierà l'iter parlamentare martedì mattina in commissione Bilancio dell'Ars. Nel pomeriggio, Palazzo dei Normanni chiuderà i battenti per consentire ai deputati di vedere in tv la partita della nazionale italiana che si giocherà la qualificazione contro l'Uruguay.
Ma a guardare bene, attorno al desco di Crocetta, c'erano i rappresentanti delle anime del Pd che, in teoria, rappresenterebbero la maggioranza del partito siciliano. Raciti fu eletto, come si ricorderà, perché Crocetta e Faraone decisero di sostenerne la sua candidatura a cui si oppose Giuseppe Lupo che si sentì tradito da Faraone dopo avere sostenuto alle primarie di dicembre, con l'area «Dem», la candidatura di Matteo Renzi.
Lupo, nonostante la maggior parte del Pd siciliano appoggiasse Raciti, ottenne circa il 33% dei consensi. Consensi che adesso potrebbero tornare utili per creare nuovi equilibri nel partito. Ciò non significa che verrebbe messa in discussione, almeno nell'immediato, la segreteria di Raciti. Però, sarebbe un segnale inequivocabile per il giovane segretario che nei prossimi giorni dovrebbe incontrare il vice segretario nazionale, Lorenzo Guerini, per informarlo della situazione siciliana. Ch...
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